LA GRANDE GUERRA NELLE INCISIONI DI ANSELMO BUCCI
Dal 14 maggio al 25 settembre
LA GRANDE GUERRA NELLE INCISIONI DI ANSELMO BUCCI
Dal 14 maggio al 25 settembre
PROGRAMMA COMPLETO DELLE INIZIATIVE LEGATE ALLA MOSTRA TEMPORANEA
Laboratori sulla tecnica dell’incisione a cura dell’artista Gianni Favaro
11 giugno ore 16.30: laboratorio per bambini della scuola primaria
1 luglio ore 20.45: laboratorio per adulti
24 settembre ore 16.30: laboratorio per adulti
Laboratori gratuiti, su prenotazione.
Per info e prenotazioni:
+39 0423 23048/ 0423 300465
info@memorialegrandeguerra.it
LA MOSTRA
La mostra espone l’album in quattro parti realizzato dall’artista Anselmo Bucci dal titolo “Croquis du front italien – Cronache dal fronte italiano”, edito a Parigi nel 1917 con tiratura di 125 copie. La copia esposta al MeVe proviene dalla raccolta di Giulia Beccaria della Galleria “Ai tre torchi” di Torino. La raccolta si compone di 50 incisioni a puntasecca (48 con titolo e 9 tra testate e finali di capitolo).
La mostra è ospitata presso il MeVe – Memoriale Veneto della Grande Guerra ed è realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Incisori Contemporanei, il cui presidente, Luciano Rossetto, è anche curatore dell’allestimento assieme a Irene Bolzon, conservatore del MeVe.
Si segnala inoltre la collaborazione della Fondazione Villa Benzi Zecchini che ha messo a disposizione alcuni materiali necessari per l’allestimento.
Storia
Anselmo Bucci partecipa alla guerra nelle vesti di volontario, arruolandosi con Boccioni, Erba, Fumi, Marinetti, Sironi, Piatti nella III Compagnia – Ottavo plotone del Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e Automobilisti (VCA).
Il VCA viene mobilitato nel maggio del 1915, dopo un periodo di addestramento avvenuto a Gallarate, e collocato prima per oltre un mese a Peschiera del Garda e successivamente in Trentino tra Monte Baldo, Dosso Casina, Malcesine, Dosso Remit, Redecol e l’Altissimo.
Il mese di sosta forzata all’interno di una vecchia polveriera austriaca di Peschiera costituisce per Bucci l’occasione per ideare una serie di tavole che, successivamente, comporranno le quattro sezioni dell’album “Croquis du front italien”. Non essendo, soprattutto nei primi mesi, impegnato in prima linea nel conflitto, l’artista decide di raffigurare, tramite schizzi e disegni, scene di vita quotidiana raccolte in un diario di appunti per immagini. Dalle opere emerge un lato della guerra quotidiano e umano: la distribuzione della “sbobba”, il taglio della barba, il momento del riposo, i turni di guardia. Ad essere rappresentata è l’atmosfera rarefatta, lenta e surreale delle retrovie, sospese tra l’attesa e l’eco delle tragedie della prima linea. Un “dietro le quinte” distante tanto dalle tragedie quanto dagli slanci eroici raccontati dalla propaganda. L’album verrà poi completato con altre scene di guerra realizzate dopo il dicembre del 1915, al momento dello scioglimento del Battaglione, quando Bucci passerà al 68° Reggimento Fanteria.
Le incisioni raccolte nelle “Croquis” vedono Bucci lontano dalle figurazioni dinamiche e vitalistiche dei futuristi, privilegiando una poetica narrativa e bozzettistica. Un tratto figurativo attento ai piccoli episodi della quotidianità, sensibile alle valenze psicologiche dei gesti veloci o inconsapevoli.
Gli Album
Le 50 puntesecche delle “Croquis” sono divise in quattro album e sono concepite come un’opera pensata in serie, in cui ogni singolo foglio è autonomo ma assume un valore diverso in successione.
Nei primi due album Bucci si sofferma sulla quotidianità del suo battaglione, rimasto a lungo in riserva presso la fortezza di Peschiera. La tecnica della puntasecca, dai tratti essenziali, sottili e dal segno rapido imprigiona sulla lastra immagini colte quasi di sfuggita, tra movimenti veloci e istanti segnati dalla staticità e dal silenzio.
Nel terzo album Bucci introduce scene di combattimento, con soldati che sparano, che avanzano sotto al fuoco o avvistano il nemico. Lo sguardo dell’artista è quello del cronista di retrovia, attento alla vita dei soldati e poco interessato agli aspetti spettacolari del conflitto e agli ordigni meccanici della guerra moderna. Bucci riporta dunque lo sguardo di chi, per sua fortuna, assiste al conflitto da distante, senza essere toccato fino in fondo dall’orrore e dalla tragedia della trincea.
Biografia di Anselmo Bucci
Anselmo Bucci nasce a Fossombrone (Pesaro) il 23 maggio 1887.
Nel 1905 si iscrive all’Accademia di Brera, che però frequenta per un solo anno. Nel 1906 si traferisce a Parigi, dove rimane fino al 1914. Nella capitale francese frequenta gli artisti di Montmartre e conosce Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Gino Severini e Susanne Valadon. Nel 1911 entra a far parte del “Groupe Libre”, che raccoglie artisti contrari alla tradizione.
Nel 1915 espone alla Mostra Nazionale dell’Incisione Italiana a Milano, riscuotendo molto successo. Nello stesso anno si arruola volontario nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti assieme a Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni e diversi altri artisti vicini al Futurismo.
Bucci non aderisce al Futurismo, ma riconosce al movimento il merito di aver sprovincializzato e svecchiato la cultura italiana.
Alla fine del 1922 fonda il movimento artistico Novecento, esponendo a Milano (1923), Venezia (1924), e Olanda (1927). Già a partire dal 1925 Bucci se ne distacca, continuando ad esporre nella Galleria Pesaro di Milano e collaborando con diversi quotidiani e riviste.
Durante la Seconda Guerra Mondiale dipinge opere sul tema dell’aviazione, delle armi e della marina militare. A Monza tra il 1943 e il 1946 realizza due importanti personali.
Dalla fine degli anni ’40 si dedica all’arte sacra. Muore a Monza il 19 novembre del 1955.